Uno Zio giapponese ci offre un pranzo in un ristorante che non esisteva ancora in Italia. Un ristorante Zen. Lo Zio non viene con noi, ma ci prenota un posto per rimanere soli e ancora di più nello spirito. E siamo rimasti soli, pensando anche a lui. La presentazione e la cura nei tempi armoniosa. La sala non trova nel mio immaginario niente di paragonabile, eppure dopo un primo momento di sgomento, mi sono seduto. Sul tatami. I tavoli esposti tutti verso la vetrata, ampia. Fuori il verde e dentro il sibilo delle voci degli altri ospiti. Il mangiare una ricca cornice. Parlando a bassa voce per rimanere in sintonia.