Splendida serata nella storica Enoteca Alessi. E non lo affermo in pieno confitto di interessi, o, almeno, non lo affermo solo perché sono di parte. Ad onor del vero, infatti, tutti i partecipanti hanno piacevolmente apprezzato sia la scoperta del sake giapponese (nihonshu), ma anche il clima di ospitalità che riesce sempre a creare lo staff che cura uno dei migliori assortimenti di vini ed alcolici sulla piazza di Firenze.
Abbiamo portato il nihonshu accanto a pregiate Vodka, in mezzo a selezioni esclusive di Gin, Vermuth, Mezcal, e tutt’intorno la ritmica sempre presente dei pregiatissimi vini italiani. E se presentare il sake giapponese in questa sancta sanctorum, permeato di competenza e qualità, sarebbe stato, come dire, quantomeno coerente nel fantastico mondo delle idee, è risultato, poi, nei fatti, anche molto stimolante e divertente grazie all’intervento di coloro che hanno scelto di partecipare alle degustazioni.
L’intento della serata era quello di sfatare alcuni luoghi comuni che troppo spesso inducono in false aspettative nei confronti del sake giapponese per riportare questa bevanda a quello che realmente è o può rappresentare sulla tavola degli italiani: una bevanda fermentata da bere prima dei pasti come aperitivo, accompagnato da formaggi freschi o affumicati, o durante i pasti, magari mangiandosi un bel piatto di spaghetti alla bottarga o al barbecue con gli amici. Nella serata sono stati aperti il Mesui No Kura, tokubetsu junmai, della Mikunihare shuzo, per poi proseguire con i due junmai ginjo rispettivamente lo Schichi Hon Yari della Tomita shuzo e, per finire, l’Akitora della Arimitsu shuzo.
Avere la possibilità di dialogare sul sake giapponese passandone in rassegna i momenti salienti della produzione (con il supporto di Giovanni Municchi ) ed assaggiando i sake che importiamo, ricordava il simposio più che un baccanale. Di sicuro il valore aggiunto è stato creare quell’atmosfera di familiarità che avvicina e coinvolge le persone. Il sake ispira anche questo. Grazie a tutti e..Kanpai!