Finalmente un segnale forte e trasversale – ed internazionale – ha attraversato la cittadina crocevia di una tra le migliori produzioni vitivinicole toscane: Arezzo.
Una serata densa, passata a parlare con chi il sake lo produce e lo vive. Quali progressi sta facendo il sake giapponese nel mondo? Cosa vuol dire lavorare oggi nel mondo del sake? Come può il sake giapponese abbinarsi con il cibo italiano?
Nel prossimo articolo le risposte. Intanto alcune foto dell’evento.
L’appuntamento era fissato per la sera in una delle più importanti enoteche presenti nel centro storico aretino:Terra di Piero.
Vino toscano e sake giapponese. Quattro produttori giapponesi di sake, quattro emblemi di casate storiche, e di produzioni artigianali, venuti in Italia con un unico scopo: quello di farsi conoscere attraverso i loro sake (Rairaku, Chikusen, Daishinsyu e Tsubosaka). Al loro generoso e professionale contributo si son aggiunti Elliot Faber, giovane e appassionato cultore del sake ed autore del libro “Sake”, ed Hiroshi Watanabe fondatore di SFJCM (The Art of Sake and Japanese Food Culture Mission consortium), associazione no profit per la diffusione della conoscenza della storia e della cultura del cibo e del sake giapponesi.
Un ringraziamento particolare all’intermediazione culturale di Gae Saccoccio che ha costruito questo evento avvicinando l’Italia al Giappone.
Foto by Marco Triarico.
a fra poco…
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