
Gae Saccoccio & Tsubosaka.
In occasione del tour italiano organizzato da Gae Saccoccio di quattro importanti produttori di sake, abbiamo potuto raccogliere alcune impressioni a caldo all’ombra del primo sole estivo in Terra di Piero.
Un ringraziamento particolare a Hiroshi Watanabe, fondatore di SJFCM, associazione no profit con lo scopo di promuovere la conoscenza della cultura del sake e non solo, e a Elliot Faber autore del libro dal titolo “Sake”.

Hiroshi Watanabe, SJFCM.

Elliot Faber, autore del libro ” Sake”.

Sake in degustazione.
Quattro produttori con il sake nell’animo. Tutti provenienti da una delle prefetture più importanti per la produzione di sake, Hyogo. E tutti e quattro visceralmente legati al sake in quanto rappresentanti di famiglie che da più generazioni lo producono. Anzi lo “coltivano”, visto che seguono tutto il processo dalla semina del riso alla sua trebbiatura e successiva fermentazione in sake.

Intervista a Tsubosaka.
Che cosa vi aspettavate da questo tour e che cosa avete trovato in Italia rispetto alla cultura del sake?
“Diciamo subito che prima di venire in Italia, avevo già avuto modo di provare alcuni abbinamenti tra il cibo italiano ed il sake che produciamo. Abbiamo creato degli eventi in Giappone dove abbiamo accostato alcune ricette italiane con i nostri sake, con risultati molto interessanti e sorprendenti. Adesso, qui, vorrei cercare di condividere quella che noi definiamo la vera “Cultura del sake”. Vorrei che si comprendesse che nel concetto di produrre il sake si nasconde una Storia (con la “S” maiuscola) che trae origine da tempi molto lontani.”

Intervista a Tsubosaka.
Che cosa intende per “Cultura del sake”?
“Cultura del sake vuol dire riferirsi ad un modo autentico e genuino di produrre e vivere questo prodotto della nostra terra e della nostra tradizione. Se riusciamo a condividere e trasmettere questo, anche gli italiani arriveranno a sviluppare una corretta conoscenza e consapevolezza nei confronti del sake giapponese, frutto della terra e del lavoro quotidiano.
In realtà, sono venuto in Italia anche per vedere con i miei occhi qual è il sentimento che prova la gente che assaggia per la prima volta il nostro sake. Devo ammettere che ne ho avuto una risposta molto positiva, al di sopra delle mie aspettative. In base all’esperienza che sto vivendo qui, in Italia, direi che gli italiani sono pronti per vivere appieno il sake giapponese, maturando la giusta sensibilità e curiosità nei confronti di questa bevanda a loro ancora poco conosciuta.”

Intervista a Tsubosaka.