“Sake giapponesi, veri, genuini e autentici accanto a eccelsi Champagne e nobili vini?
Si – può – fare!”

I sake in degustazione (da sinistra): Tokubetsu Junmai Mesui no Kura; Maboroshi no taki Junmai Ginjo; Daiginjo Bi e Junmai Ginjo Wa.
E’ con questo pensiero che ci siamo affacciati nella bellissima e barocca cornice del St.Regis Florence portando in degustazione due cantine tradizionali, la Mikunihare Shuzo e la Sekiya Brewery, espressioni di due territori, di due prefetture poste l’una all’apposto dell’altra: Toyama e Aichi.
A onor del vero, abbiamo raccolto l’entusiasmo degli organizzatori di God Save the Wine che hanno saputo riconoscere nei nostri sake artigianali un elemento di novità armonica o, se volete, di coerente continuità rispetto alle produzioni selezionate per l’occasione.
In effetti, il lavoro degli organizzatori è stata una vera e propria ricerca per portare vicini alcuni prodotti altrimenti distanti, almeno nelle idee, dal pubblico presente in sala. Il risultato? Chi ha vissuto la serata si è lasciato sedurre dai vini piuttosto che dai sake e si è dimostrato curioso e attento. Chi ha vissuto l’evento lo ha fatto condividendo in modo consapevole e partecipe il leitmotiv che ha animato gli organizzatori (Riccardo Chiarini, Andrea Gori e Leonardo Tozzi) e che si potrebbe riassumere nell’intento di avvicinare la qualità, anzi , di costruire sulla Qualità un’esperienza da ricordare. Obiettivo riuscito.