Giovedì 23 febbraio, il sake approda all’Hard Rock Cafè di Firenze.
Il sake giapponese rappresenta una alternativa. Avere una alternativa è, da sempre, sintomo e manifestazione di libertà. Il rock lo è nella musica. Il sake artigianale nelle tradizioni del bere. Il sake artigianale è fatto di momenti quotidiani e di lavorazioni che non permettono un attimo di respiro. La produzione di sake artigianale segue una ritmica armonica continua. La natura attraverso la fermentazione deve seguire il suo corso, non si può fermare!

Tomita Shuzo inc.
La cantina che presenteremo è la TOMITA SHUZO INC. che da più di duecento anni produce sake nel centro del Giappone sulle rive del Lago Biwa nella Prefettura di Shiga. Ad oggi, la cantina si regge sulle spalle di un giovane proprietario, Tomita, e dei suoi, coetanei, sei operai che lavorano sotto la guida esperta del Toji. Da qui prende vita il loro simbolo sette lance che si incrociano quasi a sottolineare che l’unione fa la forza.
Trovare in pieno inverno sette ragazzi che scelgono di svegliarsi la mattina alle quattro o addirittura di non dormire per rimanere a produrre il sake in queste notti fredde e gelide significa trovare dei rivoluzionari. Sette ragazzi, sette samurai che si ritrovano nella cantina a lavorare nella penombra per seguire i momenti della fermentazione: questo vuol dire toccare con mano la forza rock del lavoro. Come un tuono che rompe gli schemi. Ragazzi che rinunciano al richiamo delle metropoli come Tokyo o Osaka per scegliere, attenzione, ho detto scegliere, di vivere il sake…bè non è da tutti… Il loro sake in effetti riporta in vita ideali di gusto tradizionali che ben accompagnano i pensieri moderni di rottura con il mondo.
Siamo alla presenza di un sake artigianale ricco di umami che ben accompagna cibi dal sapore di barbecue siano carni, verdure o piatti saporiti in genere.
L’alternativa è sempre una scelta. La birra, il vino… ed il sake giapponese.. Oggi chi è più rock di chi dedica una vita alle tradizioni?