BARMAN & SAKE COCKTAIL.

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YUJO by Sacha Mecocci.

Riceviamo e volentieri proponiamo qui la recensione di uno dei più esperti, giovani, entusiasti Barman di Firenze, Sacha Mecocci – Cafè de Paris – che ha accettato di cimentarsi in una prova creativa con il sake. Sì perché cimentarsi con il sake è diventato sempre di più una prova di abilità e di creatività. Il sake solleva, per così dire, questioni delicate in ogni cocktails in cui viene miscelato.

Non è un segreto che la delicatezza che caratterizza questo fermentato giapponese possa rischiare di essere sopraffatta nella miscelazione dai forti sapori ed aromi degli altri ingredienti, lasciando il sake solo nella lista degli ingredienti del menu e relegandolo a mera suggestione di estremo oriente. Questo è il punto cruciale dei cocktails con il sake: riuscire a creare un equilibrio tra le sfumature eleganti, le note fruttate o di riso (dipende dal tipo di sake), con gli altri ingredienti in miscelazione. Equilibrio più che contrapposizione tra le diverse componenti di un cocktail perché nella natura del sake esiste l’ordine non la crisi.

E che dire dei Ginjo?  Nel morbido assaporar dei ginjo esiste una eleganza che esalta, come in una narrativa cristallina con gli altri elementi miscelati, una primaverile freschezza floreale  ed un raffinato fruttato. Creare un equilibrio che preservi queste delicatezze è il compito più difficile attraverso il quale passa il rispetto nei confronti di un fermentato, il sake, che da poco si è affacciato nel mondo della miscelazione.

 

YUJO by Sacha Mecocci

Dunque, quella che segue sono annotazioni tratte da una degustazione dell’Iwase Jumai Daiginjo della Prefettura di Toyama. Come consigliato, in un primo assaggio non ho provato il prodotto a temperatura ambiente, solo freddo.

Temperatura 4°circa

A naso la ricchezza di profumi colpisce subito. Si avvertono bene i sentori di riso accompagnati da una gradevole nota floreale. Assaggiandolo si avverte subito la buona corposità che riesce a far si che questo sakè avvolga la bocca con morbidezza.

Al palato si sentono chiaramente il riso ed i lieviti. I sapori escono chiaramente lasciando un gradevole retrogusto delicato quasi vanigliato. La giusta acidità lascia pulito il palato ed i 16 gradi alcolici non si avvertono.

Nel complesso un sakè che mi ha ricordato molto alcuni vini bianchi a cui siamo abituati. La corposità decisa e le note fruttate fanno si che questo sakè goda di una persistenza molto lunga ed invita sicuramente ad un altro sorso.

Miscelazione

Chiaramente, come ho già fatto altre volte, non ho potuto rinunciare a sottoporre anche questo sake alla prova di miscelazione!

Date le caratteristiche di corposità e presenza dei profumi, ho deciso di miscelare questo Junmai Daiginjo con del jenever invecchiato 12 anni e del calvados. Durante la degustazione del prodotto liscio, ho pensato a questi due prodotti…

Assaggiando i singoli prodotti ho pensato: cosa accadrebbe se li servissi caldi?

Detto – fatto!

Nasce il “Yujo” (amicizia)

La ricetta si compone di:

50ml Junmai Daiginjo

15ml Oud Graanjenever 12 jaar oud

20ml Fine Calvados

Gli ingredienti vengono miscelati senza ghiaccio, riscaldati a bagno maria e diluiti con 50ml di acqua.

Appena caldi, vengono versati in una teiera. La miscela potrà essere aromatizzata a piacimento con fiori o spezie. Ho provato con della malva ed ho ottenuto un gradevole risultato.

Il drink verrà servito in tradizionali tazze da tè giapponesi.

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YUJO by Sacha Mecocci.

Sake utilizzato: IWASE JUNMAI DAIGINJO.

IL GUSTO DEL SAKE…NAMA!

Come l’anno scorso, anche quest’anno abbiamo intenzioni serie.
Signori e signore stiamo per importare una piccola quantità di sake
NAMA.

Il NAMA sake è un sake non pastorizzato o pastorizzato una sola
volta (invece che due).

Il Nama è uno dei sake più richiesti in Giappone in quanto
mantiene una serie di sfumature e fresche complessità che la doppia
pastorizzazione può evolvere in altre direzioni. Un po’ come il latte fresco
appena munto e quello, appunto, pastorizzato.
Il Nama sake di solito lo potreste assaggiare solo in Giappone oppure
se qualche volenteroso amico (ma di quelli veri!) te ne porta una
bottiglia ed appena sbarca all’aeroporto tu lo vai a prendere, il
sake, non l’amico.

Insomma, un sake che fa venire l’acquolina in bocca e che mantiene
tutte le proprietà di un sake fresco, appena nato. Qui il
produttore aggiunge complessità e segreti tramandati da secoli: il
sake viene pastorizzato in modo leggero una sola volta dopo averlo
fatto maturare per un anno a temperatura controllata tra 0 e 5 °C fino a
prima di essere spedito. Una specialità creata nella Prefettura di
Aichi grazie alle mani esperte del Toji della Sekiya Brewery.

cornice bianca

Houraisen Junmai Ginjo Jukusei Nama Sake Wa

Oppure potremo proporvi un sake altrettanto rarissimo con un nome da maratoneta e per una selezione da estimatori di questa bevanda: Junmai Ginjo Muroka Nama Genshu.

E con questo potremo accontentare solo pochissimi e veloci amatori che alzano la mano, fanno un cenno e…insomma si dichiarano fin da ora!

Junmaiginjo muroka namaGenshu

Maboroshi no taki Junmai Ginjo Muroka Nama Genshu

Come l’anno scorso, anche quest’anno per  evitare di deludere
l’attesa di qualcuno raccogliamo i vostri ordini prima
dell’arrivo delle (poche e rare) bottiglie che ci arriveranno a
fine aprile e che manterremo gelosamente refrigerate per preservarne
la genuinità.

E questa volta…abbiamo anche un’altra sorpresa in serbo…solo per i veri rivoluzionari del gusto del bere tradizionale…

Per gli ordini scrivere a info@firenzesake.com

houraisen022

Houraisen Junmai Ginjo Nama Sake Wa