IL SAKE IN MISCELAZIONE. Approfondimento a cura di D. Cancellara

Pubblichiamo qui un articolo di Daniele Cancellara, Bar Manager del Rasputin di Firenze, dove ci racconta il suo incontro con il sake giapponese e la sua scoperta del sake in miscelazione. Daniele Cancellara ci illustra il suo percorso e il suo punto di vista pragmatico con professionalità e una spiccata lungimiranza.

Sake: una parola dalla mia infanzia

Sake: una parola che sin dalla mia infanzia, leggendo manga e guardando anime, mi è sempre sembrata familiare. Ma sapevo davvero cosa voleva dire quella parola? e a cosa si riferiva? Sicuramente era qualcosa di alcolico, ma non ne sapevo davvero nulla. …

..continua a leggere…

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TOKYO BLUES

Cocktail Sake – La Scuola fiorentina

Nella calda estate del 2015, nel capoluogo toscano, un gruppo di bartenders furono i precursori di quella che in questi anni si è andata a consolidare come una scuola naturale sul sakè nella miscelazione. Veniva tracciata la prima strada fiorentina verso la scoperta del sakè giapponese nella mixology, creando il primo evento del genere in Italia. Si parlava e ci si confrontava sui metodi di produzione di questa bevanda tradizionale, su quali fossero le differenze tra i sake e quali potessero essere le loro diverse potenzialità nella miscelazione. Luca Picchi, Sacha Mecocci, Daniele Cancellara, Julian Biondi e Manuel Petretto, solo per citare alcuni dei nomi dei professionisti di Firenze che presero parte a questa prima iniziativa, dimostrarono grande sensibilità ed apertura intellettuale. Quell’evento rappresentò una occasione eccezionale. Dopo che Giovanni Municchi ci ebbe edotto sulla produzione, il pubblico sperimentò quali varianti di gusto potessero svilupparsi con il sake miscelato con altri alcolici, distillati od infusi home made.

Dal 2015 ad oggi, il sake sta trovando la sua giusta collocazione non solo come bevanda in sintonia con la cucina italiana e con le sue materie prime, ma anche come momento creativo per i bartenders fiorentini. Il fermentato nipponico nella miscelazione riempie il calice o la coppa di suggestioni orientali e si armonizza insieme con distillati europei o nostrani. In effetti, il sake può contare su un estro tutto suo e concede uno spunto per scoprire nuovi confini ancora poco esplorati.

Fatti e storie raccontano di come anno dopo anno una scuola fiorentina di miscelazione del sake si sia radicata in modo spontaneo, non ufficiale. Quasi una scuola segreta. Dal 2015 mai lo stesso sake è stato miscelato nello stesso modo. Varianti di tecniche e di sfumature di sake cocktails hanno popolato i migliori cocktail bar di Firenze. I professionisti della miscelazione fiorentina si sono appassionati e, con fare quasi zen, si sono messi in gioco con un fermentato antico quanto nuovo per il loro know how.

In questi anni il sake è apparso sulla scena fiorentina qualche volta in modo fugace ed episodico per eventi enogastronomici che ben si armonizzavano a celebrare questo connubio italo nipponico. Per tutti valgano il cocktail Hasu Oranji di Daniele Cancellara per la Florence Cocktail Week del 2016 ed il K9 Old Fashion di Fabio Graffi e Lapo Guarducci nel Fuori di Taste 2018.

Altre volte, e sempre più spesso, il fermentato giapponese ha trovato spazio definitivo nei menù come ingrediente per suggestionare e creare una ventata di respiro orientale ed internazionale. E allora, proseguendo in ordine cronologico, come non citare Maurizio Pfrimmer, Emanuele Manzoni e Niccolò Pedreschi dove al (fu) Dolce Vita creavano nippo-cocktails retro futuristi dal sapore novecentesco od estivo rinfrescanti. Per arrivare ai giorni nostri dove ritroviamo Daniele Cancellara che al Rasputin propone cocktails in cui del sake in miscelazione si esalta il fascino erudito, proponendone una interpretazione letteraria e jazz. Stessa ricerca e stessa energia che dal 2015 continua ad appassionare Sacha Mecocci, bartender del Fusion Bar, che della miscelazione del sakè ha intrapreso uno studio con metodo filologico che lo ha portato ad essere un determinato praticante e non solo un asceta divulgatore. Al Rasputin o al Fusion Bar, si trovano nei menù raffinati cocktails creati con sake artigianali: cocktails con una propria particolare presentazione e con una storia da ascoltare e, soprattutto, da raccontare.

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Ed è sulla spinta di questa onda che il sakè ha trovato accoglienza anche al Four Season di Firenze. Nella cocktail list, dal titolo evocativo “La Sfida”, da dicembre del 2018 si trova un cocktail ideato da Edoardo Sandri in cui il sake viene servito in…vespa, quasi a voler dare conferma del suo carattere originale, libero e moderno. Ed il Four Season non si ferma e sono già in cantiere ulteriori novità. Il barman Karem Pasqualetti, fresco di diploma WSET sul sakè, promette un rilancio con interessanti sviluppi con coktails sake pronti ad essere serviti per la calda stagione estiva fiorentina.

Tracce di una scuola fiorentina di miscelazione dei sake si trovano anche nelle giovani leve che si stanno facendo largo a Firenze sviluppando nuovi concept. Primi fra tutti Adrine Briz e Duccio Mazzetti del Kawaii Sake Bar o Lorenzo Pizzorno del Pint Of View dove si possono assaggiare originali aperitivi a base di sakè artigianali. E qui troviamo non già dei precursori quanto delle vere e proprie avanguardie di questa scuola. Un consiglio? Chiedete loro prima un assaggio di sake e fatevi raccontare come si produce e poi, dopo, fatelo miscelare.

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Se, infine, capitate dalle parti della Versilia, una succursale di questa scuola ideale che vede il sake come protagonista è senz’altro ben rappresentata da due nomi: Andrea Silvestri (Soldi, Forte dei Marmi) ed Elisa Zurlini ( Filippo, Pietrasanta). E qui il sake si lascia influenzare dal territorio con ispirazioni marine con risultati tutt’altro che scontati e con l’intenzione dichiarata di voler definire un loro approccio, una visione ed interpretazione del sake in Versilia. Che siano questi i primi passi di una nuova e scoppiettante stagione versiliana? …

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Pint of…Sake?

 

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Perché non bere Sakè durante la Florence Cocktail Week che approda a Firenze dal 30 aprile al 6 Maggio? Non è forse un evento con una elevata proposta di respiro internazionale che spazia dalla presentazione di prodotti esteri e nostrani con Master class ed eventi gratuiti  per arrivare alla degustazione dei cocktail in gara?

E allora…

Perché non presentare il Sakè in un locale nuovo e casual della nightlife fiorentina, il Pint of View, dove si servono favolose birre artigianali ed ispirate creazioni di mixology?

E ancora.

Esiste un gusto del sakè o più gusti dei sakè? Esistono sakè diversi? Da che cosa dipende? Può il sake essere servito freddo? Oppure solo caldo? Nei calici? Oppure soltanto nei classici e caratteristici bicchierini in ceramica?

Noi ve ne presenteremo diversi e tutti di Kyoto.

E’ possibile che il sakè giapponese si possa abbinare con pietanze coreane? Può il sakè reggere l’abbinamento con pietanze diverse da quelle giapponesi? E’ il sakè un digestivo o una bevanda a tutto pasto?

Chi è un kurabito? Che ci fa in Giappone un fiorentino da oltre dieci anni? Chi è G. M.?

Volete scoprire qualcosa di più?

Venite il 3 maggio.

Menu completo: quattro portate e dolce, accompagnati da quattro sake al calice.

PINT OF VIEW
Borgo Tegolaio 17 rosso. Evento a pagamento su prenotazione 055288944.

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Takeno Brewery

Takeno Logo 2017

Takeno Brewery

Joyo Junmai e Tokubetsu Junmai

Joyo Shuzo Co. Ltd.

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BARMAN & SAKE COCKTAIL.

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YUJO by Sacha Mecocci.

Riceviamo e volentieri proponiamo qui la recensione di uno dei più esperti, giovani, entusiasti Barman di Firenze, Sacha Mecocci – Cafè de Paris – che ha accettato di cimentarsi in una prova creativa con il sake. Sì perché cimentarsi con il sake è diventato sempre di più una prova di abilità e di creatività. Il sake solleva, per così dire, questioni delicate in ogni cocktails in cui viene miscelato.

Non è un segreto che la delicatezza che caratterizza questo fermentato giapponese possa rischiare di essere sopraffatta nella miscelazione dai forti sapori ed aromi degli altri ingredienti, lasciando il sake solo nella lista degli ingredienti del menu e relegandolo a mera suggestione di estremo oriente. Questo è il punto cruciale dei cocktails con il sake: riuscire a creare un equilibrio tra le sfumature eleganti, le note fruttate o di riso (dipende dal tipo di sake), con gli altri ingredienti in miscelazione. Equilibrio più che contrapposizione tra le diverse componenti di un cocktail perché nella natura del sake esiste l’ordine non la crisi.

E che dire dei Ginjo?  Nel morbido assaporar dei ginjo esiste una eleganza che esalta, come in una narrativa cristallina con gli altri elementi miscelati, una primaverile freschezza floreale  ed un raffinato fruttato. Creare un equilibrio che preservi queste delicatezze è il compito più difficile attraverso il quale passa il rispetto nei confronti di un fermentato, il sake, che da poco si è affacciato nel mondo della miscelazione.

 

YUJO by Sacha Mecocci

Dunque, quella che segue sono annotazioni tratte da una degustazione dell’Iwase Jumai Daiginjo della Prefettura di Toyama. Come consigliato, in un primo assaggio non ho provato il prodotto a temperatura ambiente, solo freddo.

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A naso la ricchezza di profumi colpisce subito. Si avvertono bene i sentori di riso accompagnati da una gradevole nota floreale. Assaggiandolo si avverte subito la buona corposità che riesce a far si che questo sakè avvolga la bocca con morbidezza.

Al palato si sentono chiaramente il riso ed i lieviti. I sapori escono chiaramente lasciando un gradevole retrogusto delicato quasi vanigliato. La giusta acidità lascia pulito il palato ed i 16 gradi alcolici non si avvertono.

Nel complesso un sakè che mi ha ricordato molto alcuni vini bianchi a cui siamo abituati. La corposità decisa e le note fruttate fanno si che questo sakè goda di una persistenza molto lunga ed invita sicuramente ad un altro sorso.

Miscelazione

Chiaramente, come ho già fatto altre volte, non ho potuto rinunciare a sottoporre anche questo sake alla prova di miscelazione!

Date le caratteristiche di corposità e presenza dei profumi, ho deciso di miscelare questo Junmai Daiginjo con del jenever invecchiato 12 anni e del calvados. Durante la degustazione del prodotto liscio, ho pensato a questi due prodotti…

Assaggiando i singoli prodotti ho pensato: cosa accadrebbe se li servissi caldi?

Detto – fatto!

Nasce il “Yujo” (amicizia)

La ricetta si compone di:

50ml Junmai Daiginjo

15ml Oud Graanjenever 12 jaar oud

20ml Fine Calvados

Gli ingredienti vengono miscelati senza ghiaccio, riscaldati a bagno maria e diluiti con 50ml di acqua.

Appena caldi, vengono versati in una teiera. La miscela potrà essere aromatizzata a piacimento con fiori o spezie. Ho provato con della malva ed ho ottenuto un gradevole risultato.

Il drink verrà servito in tradizionali tazze da tè giapponesi.

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YUJO by Sacha Mecocci.

Sake utilizzato: IWASE JUNMAI DAIGINJO.

Il Sake Artigianale alla Biennale Enogastronomica di Firenze. 14Novembre e 19-20 Novembre.

 

lunedi14-novembreSe è vero, come è vero, che poter bere sake artigianali in Italia rappresenti una occasione rara, è altrettanto vero che per poter apprezzare al meglio i sake artigianali che importiamo stiamo cercando di offrirvi delle occasioni speciali. E’ in quest’ottica che si sono svolti gli ultimi eventi che abbiamo portato in terra Toscana e supportato in quella laziale. In un’ottica, cioè, di condivisione e promozione del sake giapponese e del suo essere partecipe dello spirito della tradizione giapponese ed espressione di qualità e delicatezze artigianali, queste sconosciute, o ancora poco conosciute, in Italia.

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In questi giorni si è aperta a Firenze la Biennale enogastronomica che ospiterà in due occasioni distinte la qualità dei sake artigianali. La prima sarà Lunedì 14 novembre dove dalle 19 sarà possibile degustare una selezione di sake provenienti da due delle nostre cantine.

La Tomita shuzo  è una cantina delle prefettura di Shiga, nel centro del Giappone sulle rive del Lago Biwa, attiva dalla fine dell’Ottocento produce un Junmai Gino ed un Junmai dai sapori complessi e secchi, corposi e delicati, che ben si abbinano con pietanze nostrane.

La Yoshida shuzo, fondata nel 1806, presenterà due sake molto diversi tra loro quasi a ricordare che più che di gusto del sake, si dovrebbe parlare di “gusti del sake”. E allora con l’etichetta che riporta il simbolo di un drago bianco avremo un Tokubetsu Junmai, più secco e terreno, ed un Junmai Ginjo, più morbido ed etereo.

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Ed ecco che in una sorta di Matrioska, di occasione nell’occasione, Lunedì 14 novembre dalle 19.00, sarà possibile di gustare i nostri sake in purezza al nostro stand oppure nelle mirabolanti ed eleganti creazioni dei migliori bartender fiorentini.

La successiva occasione sarà il 19 e 20 Novembre, all’interno del Florence Wine Event. La Biennale ospiterà due produttori venuti appositamente dal Giappone per presentarci i loro sake. Si tratta in questo caso della Mikunihare Shuzo storica cantina di Toyama, piccola realtà forte di una lunga tradizione, e della Sakeya Brewery  che dalla fine dell’Ottocento si prodiga di perfezionare l’arte del sake giapponese con prodotti conosciuti in tutto il mondo.

 

Secondo Appuntamento della Settimana In….Sake!

Che cos’è il sake?

Cosa mi hanno fatto bere finora spacciandolo per sake ?

Il sake va bevuto caldo….anzi no, freddo…oppure ?

Il sake è troppo forte..è un distillato….credo…vero?..si può sapere quanti gradi ha?…

Insomma si può sapere cosa diavolo è questo sake?

Ebbene sì, siamo alle porte coi sassi rispetto al primo appuntamento che ci vedrà presenti Sabato 22 ottobre dalle 17.30 all’Enoteca Alessi dove passeremo in rassegna i sake della Arimitsu Brewery di Kochi in compagnia del produttore venuto appositamente per presentarvi il lavoro che da cinque generazioni sta portando avanti con dedizione nel rispetto di qualità e tradizione.

 

Ed insaziabili continuiamo ad organizzare eventi sul sake nel centro storico fiorentino…

COCKTAILS IN SAKE: Abbiamo infatti in cantiere un altro prossimo evento aperto al pubblico in cui fare incontrare il sake con il mondo della mixology…grazie al contributo determinante dello SHAKER CLUB…..the location is secret….very very secret….la partecipazione è gradita….info@firenzesake.com…….

Il Nihonshu @Rivalta Cafe 2016

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@RIVALTA CAFE

Con questa seconda tappa, il connubio tra nihonshu, Rivalta Cafe e Shaker Club sembra andarsi a consolidare grazie alla sensibilità ed alla lungimiranza di una gestione pronta a confrontarsi con nuove (seppur millenaria, in questo caso) culture del bere.

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Ed ecco allora che lo Shaker Club  si è prodigato non solo a realizzare questo evento – unico in Firenze ed in Toscana – ma ha anche contribuito, con i suoi rappresentanti presenti all’evento, a completarne il contenuto con la presentazione di alcuni coktails a base di sake.

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L’evento è stato completato dall’intervento della chef internazionale Saeko Okada che ha curato gli abbinamenti con i due sake con cui siamo andati in degustazione: Mesui no Kura Tokubetsu Junmai e Maboroshi no Taki Junmai Ginjo.

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E’ stato chiaro fin da subito che non si poteva andare a presentare in tutta la sua complessità e profondità la cultura millenaria del sake. Ed allora, diciamo, che ci siamo limitati a disegnare un quadro che ritraesse il sake nella sua tradizione ed attualità. Come si produce il sake giapponese? Qual’è il lavoro che stiamo sviluppando con Firenzesake? Che cosa sta succedendo intorno al nihonshu nel mondo ed in Europa? E ancora: qual’è il gusto del sake? e quali sono i possibili abbinamenti?

Qui una selezione di fotografie di Marco Triarico e Marco Crivellin che hanno seguito con noi l’evento con la consueta eccezionale professionalità.

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Florence Cocktail Week 2016: il Contest

Di ritorno dal contest finale della prima edizione del Florence Cocktail Week 2016 rimane l’entusiasmo e la professionalità di questi artisti. E’ chiaro che quando un nostro sake è stato scelto per comporre un cocktail presente al contest, il minimo che potevamo fare era “registrare” tutto quello che stava succedendo tutt’intorno. E’ il modo migliore che abbiamo trovato per poter condividere, anche a distanza di tempo, le emozioni scaturite dal contest e l’eccellente qualità raggiunta dalla performance dei bartender in una manifestazione che, speriamo, si ripeta l’anno prossimo.

Ora vogliamo raccontarvi come è trascorsa la serata attraverso la narrazione degli scatti dei fotografi della Scuola Internazionale di Fotografia APAB. Iniziamo con quelle del fotografo Giulio Garosi, per proseguire con le foto-opere degli altri fotografi presenti: Marco Crivellin, Antonella Cardillo e Miriam De Girolamo. Tutti hanno voluto documentare l’intero avvenimento dandone una loro personale interpretazione.

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PHOTO BY GIULIO GAROSI.

Luca Manni4385

PHOTO BY GIULIO GAROSI.

Robert Pavel4508

PHOTO BY GIULIO GAROSI.

Christian Pampo4426

PHOTO BY GIULIO GAROSI.

Thomas Martini4496

PHOTO BY GIULIO GAROSI.

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PHOTO BY GIULIO GAROSI

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PHOTO BY GIULIO GAROSI.

Matteo Di Ienno4600

PHOTO BY GIULIO GAROSI.

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PHOTO BY GIULIO GAROSI.

Manuel Petretto4671

PHOTO BY GIULIO GAROSI.

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La Giuria. PHOTO BY GIULIO GAROSI.

Riceviamo e volentieri ospitiamo una libera selezione delle foto del docente della Scuola Internazionale di Fotografia APAB, Marco Crivellin, e cogliamo l’occasione per ringraziarlo per la sua inestimabile presenza e per il continuo supporto nel testimoniare la diffusione della cultura del sake giapponese in Italia.

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La Giuria. PHOTO BY MARCO CRIVELLIN.

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PHOTO BY MARCO CRIVELLIN.

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PHOTO BY MARCO CRIVELLIN.

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PHOTO BY MARCO CRIVELLIN.

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PHOTO BY MARCO CRIVELLIN.

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AKITORA JUNMAI GINJO. COCKTAIL HASU ORENJI. PHOTO BY MARCO CRIVELLIN.

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AKITORA JUNMAI GINJO. PHOTO BY ANTONELLA CARDILLO.

Florence cocktail week, 17.04.2016

AKITORA JUNMAI GINJO. PHOTO BY ANTONELLA CARDILLO.

Florence cocktail week, 17.04.2016

AKITORA JUNMAI GINJO.  PHOTO BY ANTONELLA CARDILLO.

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PHOTO BY MIRIAM DE GIROLAMO

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PHOTO BY MIRIAM DE GIROLAMO

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PHOTO BY MIRIAM DE GIROLAMO

 

“HASU ORENJI” OVVERO IL SAKE DI KOCHI AL FLORENCE COCKTAIL WEEK

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Akitora Junmai Ginjo

Akitora, il sake che importiamo dalla prefettura di Kochi, sarà presente al Florence Cocktail Week nel nuovo cocktail dal nome floreale creato per questa occasione: lo HASU ORENJI.

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Daniele Cancellara, esperto mixologist del O’ CAFE’ del Golden View Open Bar, dopo una attenta e rigorosa selezione, ha scelto il nostro Junmai Ginjo per la creazione di questo cocktail elegante, fine e tutt’altro che convenzionale. In una parola: is-pi-ra-to!

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Hasu Orenji.

Daniele Cancellara si è appassionato al sake giapponese tanto da lasciarsi sedurre fino a raccontare, nel suo HASU ORENJI, un connubio tra due stati distanti, entrambi del sud: New Orleans e Kochi. Qui sotto riportiamo la presentazione ufficiale tratta dal programma della manifestazione:

“L’ispirazione per questo cocktail nasce da un contrasto, da due luoghi apparentemente inconciliabili: New Orleans con la sua tipica atmosfera di libertà e il suo cocktail simbolo, il Sazerac, ed i suoi due principali ingredienti Rye Whiskey e Peychaud’s bitter; il Giappone con la sua profonda spiritualità, il Sake e i fiori, elementi ricorrenti nella cultura del Sol Levante. Un connubio atipico, ispirato alla poetica “pop” che possiamo trovare nel cinema e nel fumetto.”

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Akitora Junmai Ginjo

Il nostro Akitora Junmai Ginjo è stato selezionato in quanto Cancellara era alla ricerca di un sake che avesse una maggiore texture rispetto ai Junmai Ginjo che si trovano in giro e riportasse a sentori fruttati e floreali tali da creare un equilibrio solido nella miscelazione. L’ Akitora ben si innesta con un supporto silente, quasi fosse un ninja, nella struttura del cocktail ammorbidendo senza cedere o eccedere. Come in un castello giapponese il giardino segreto.

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Il Barman Daniele Cancellara mentre compone l’Hasu Orenji.

L’ Hasu Orenji merita attenzione anche nei momenti della preparazione. Si procede prima all’affumicatura alla lavanda del bicchiere; alla scrupolosa posa delle gocce di Bitter ai fiori Homemade e di Peychaud’s Bitter; ed infine, si effettua un breve Mix e Strain. Sembra di assistere alle mosse di un Direttore che con decisione costruisce la sua orchestra di cui ha una visione chiara e distinta.

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Un momento della preparazione dell’Hasu Orenji.

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Un momento della preparazione dell’Hasu Orenji.

Il risultato è stato un cocktail che ha in sé un’anima sinfonica e narrativa. Severa ed equilibrata, asciutta e generosa, mai pomposa o barocca. Quando assaggi l’Hasu Orenji  sembra di avere a che fare con un libro dove ogni pagina, ogni sorso, contiene e ti racconta esperienze di gusto ordinate e scritte partendo da una esperienza di vita. L’Hasu Orenji non è certo un cocktail da neofiti. Pretende e – verrebbe voglia di dire – giustamente pretende la sua pausa o nota meditativa. Insomma, rappresenta un momento della giornata in cui ti devi poter fermare a riflettere. E basta.

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Hasu Orenji.

Sarà possibile apprezzare il cocktail durante tutta la settimana del Florence Cocktail Week (da Lunedì 11 a Domenica 17 aprile) fino al Contest FCW 2016 che si svolgerà l’ultimo giorno al Mercato Centrale dalle 17:00 alle 19:30 e che vedrà contendersi tutti i bartender partecipanti con le loro creazioni.